Ma perché beviamo il vino

Posso partire dall’alto? (o dal fondo). Da quell’uomo sacro che nel mondo romano antico per aver commesso qualcosa viene bandito e si trova nella situazione di poter essere ucciso da chiunque ma sacrificato da nessuno, perché non ci sono per lui dèi nè superi nè inferi, si trova cioè nella nuda vita. Ecco, a me la nuda vita mi interessa.

Però questo è un concetto un po’ denso, un vino troppo importante che a quest’ora non si beve, se aggiungiamo dell’acqua e lo facciamo diluito, abbiamo la vita semplice. A me la vita semplice mi interessa.

Come commerciante sono interessato all’insieme intersezione della vita semplice e del vino, che, è facile, è costituito dai vini semplici. Come commerciante sono anche portato a credere alla Mano Invisibile, cioè che un grande numero di eventi si costituisca da sé in ordine spontaneo, e che l’ordine spontaneo sia più solido di un ordine imposto dal potere. E’ qua che cominciano a venirmi dei dubbi.

Non la vedo bene, non mi pare che la vita semplice abbia un mercato tanto prospero, e quindi anche il sottoinsieme dei vini semplici. Ma allora perché beviamo il vino?

Sì, perché da una parte c’è la Medicina, che è una potenza tecnica notevole, ciascuno di noi l’ha sperimentato negli anni scorsi, e la Medicina vuole che il vino fa male. A un certo punto della tua vita te lo vogliono togliere, insieme ad altre cose.

Poi c’è la Sicurezza, che in nome del Bene Comune è un bel motivo per lo Stato di intervenire. Se ti muovi sulle strade, il rapporto fra te e il vino deve essere regolato da un numero solo: lo zero.

Io penserei che beviamo il vino, ancora e nonostante tutto, perché ci connette e ci trattiene nella Languida Catena delle Generazioni — qui il copyright è di Lindo Ferretti in Ultime Notizie di Cronaca.

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