Vignerons rebelles

roquefort  Stato nel sud della Francia un paio di giorni. Per ignoranza del territorio affidatomi a una guida, Vignerons Rebelles. Les Hommes et leur terroir, 62 Viticulteurs d’Exception, repertorio di vignaioli biologici francesi, non senza Joly. Storie di successi dopo la traversata del deserto, bottiglie da diverse decine di euri, qualcuno che vende ancora prima di fare il vino. Urge qui citazione soldatiana degli anni ’70 per mettere le cose in prospettiva: Come accade da tempo ai contadini in Francia, ormai anche in Toscana tutti i contadini sono estetizzanti, letteratoidi, pubblicisti e antiquari. Ecco su che strada mi sono messo col gasolio a 1,50. Contadini-contadini del Piemonte, ci penserà il Consorzio di Tutela a conciarvi per le feste, dovrete adeguarvi alla nuova antropologia.

Breve resoconto. Attraversato tutto il Var in direzione Bandol, meta La Cadière d’Azur, Domaine La Suffrene. Gravier-Piche è a lavorare in vigna, ce n’è 25 ettari da curare tra le piogge. C’è solo la moglie in cantina, sorridente efficiente: Non siamo mica tanto rebelles qui, non ho la minima idea del perché siamo su questo libro. Scorre l’elenco degli indirizzi e punta il dito a metà pagina. Ah, Raimond! Ecco, lui sì è rebelle. Siamo amici, sarà stato lui a segnalarci.

Comprato del Bandol 2001, vino potente che sa di carne cruda e cassis, e poi via, in cerca di Raimond. Tu chiamala se vuoi, serendipity.

Raimond de Villeneuve sta a Roquefort la Bédoule, un po’ prima arrivando da nord, in uno dei più bei posti che abbia mai visto. Chateau de Roquefort è dominato da una rocca calcarea lunga forse un chilometro e alta un centinaio di metri, presenza geologica che sorge verticale su un anfiteatro di vigne. Ampio e raccolto nello stesso tempo.

Raimond è una promessa della viticoltura del sud della Francia, che ha una storia di quantità. Steineriano già nell’inquieta giovinezza, ha poi studiato Economia e lavorato per Mommessin in Borgogna. E’ uno che prima pota e poi spruzza l’arnica perché la vigna soffre.

Ma Raimond non c’era. Dov’era? a) In spiaggia 6 km più a sud, b) a trovare la zia, c) negli Stati Uniti per lavoro. Indovinato, la risposta è la numero tre. Sguarnendo d’anima questo posto con la qualità senza nome, mi ha lasciato nelle mani di un cantiniere che avrebbe provato maggiore interesse a scambiare due parole con l’asino là fuori che con me. Comprato velocemente un bianco a base di Vermentino, Les Genets, e un Cotes de Provence del 2004, Les Mures, entrambi ricchi di profumi e di colori.

Delusi per la mancanza di rivelazione, contrariati per il luogo comune del biodinamico negli USA, pensosi delle contraddizioni dell’epoca, ci siamo messi sulla via del ritorno. Solo adesso vedo che Raimond non ha sito internet. Ciò mi conforta e mi spinge a perdonarlo.

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