Impossibile

Non si aveva notizia di contagiati in paese, i giorni passavano tranquilli, i mutui slittavano, il telefono taceva, era una bella primavera — noi il lockdown ce lo siamo proprio goduti. Così Sandro Barosi a Dogliani.

E noi a Torino saremmo da meno, solo perché siamo smart siamo food siamo startup? Anche noi abbiamo gradito la ricetta cinese, e siamo convinti che prossimamente ci toccherà un bel po’ di serendipity — conseguenze non volute — tutte storie di successo senz’altro. (Qui per cogliere il riferimento )

Chi non ha pensato che l’emergenza squarciò il velo? Ci sottoponemmo a lunga esposizione al componimento 838 della Dama Bianca di Amherst, MA, che di veli si intendeva, seguace di una setta con un solo fedele, secondo la definizione di Harold Bloom.

Impossibility, like Wine
Exhilirates the Man
Who tastes it; Possibility
Is Flavorless — Combine

A Chance’s faintest Tincture
And in the former Dram
Enchantment makes ingredient
As certainly as Doom —

Chiesi a John, mamma battista e battezzato metodista (è inutile che metta il link all’acquisto di Pane e Football, perché arricchirebbe solo Slow Food, che non gli paga i diritti. In compenso ce n’è ancora qualche copia da noi in negozio, tutte firmate dall’autore), come è da vedere il vino in atmosfera protestante. Penso che mia mamma non abbia mai messo piede in un pub, e vedeva con disgusto la presenza di alcol in tavola. Mio padre era più possibilista, e quando mi veniva a trovare in Italia passava senza riserve dal vino occasione al vino quotidiano.

E che tipo di vino occasionalmente beveva la famiglia Dickinson secondo te? Direi un claret di Bordeaux, dove claret, come Exhilirates, è un falso amico, perché vuol dire rosso carico. Potrei dire che la maglia del Toro è claret.

Errore, John. Il vino in casa Dickinson, festivo o sacramentale, era un Riesling del Reno, o un rosso rubino di Borgogna. Così nel 230:

We — Bee and I — live by the quaffing —
‘Tis’nt all Hock — with us —
Life has it’s Ale —
But it’s many a lay of the Dim Burgundy —
We chant — for cheer — when the Wines — fail —

Ultima citazione dal 1430:

The Banquet of Abstemiousness
Surpasses that of Wine

Concludo con la Dama Bianca. Non c’è gusto nel possibile. Il vino ci fa più ampi e accenna a una dimensione che è insieme incanto e condanna, è la poesia, è l’impossibile. Esso ti riguarda anche se non hai rango di poeta, uno spritz di rischio è sufficiente. Ma attento, superiore al banchetto del vino è fare a meno, chiamarsi fuori. Il fiore dietro casa è il nostro fiore.

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