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Quest’estate a Cuisery, il paese del libro usato, mi è capitato tra le mani un vecchio libro di Sander. Ecco, mi son detto, è così che voglio fotografare gli agricoli d’ora in poi. Epici, rigidi, seri.

Starò qui a dirvi che spreco di istruzioni ho adoperato per risultati che definire incerti è litote? Gente che vive quotidianamente nella serietà, fa una fatica del diavolo a non sorridere davanti a una macchina. Il dominio del televisivo arriva a persone che non sfogliano un settimanale da vent’anni.

burlotto I Burlotto hanno qui finito la vendemmia, stanno lavando le cassette. Siamo a Verduno, Carlin ha appena portato quattro quintali di vinacce alla distilleria e incassato una fattura di 1,56 euri iva compresa. Il tempo e il viaggio costano di più, ma sei obbligato. Potresti utilizzarle come concime, ma devi chiamare la Repressione Frodi che certifichi l’operazione. Siccome la Repressione Frodi può cogliere l’occasione per dare una controllatina a cento cose inessenziali, 90 su 100 portano le vinacce in distilleria a 0,30 euri al quintale più iva.

destefanis Le cassette della vendemmia sono sullo sfondo dei Destefanis a Montelupo Albese, paesaggio fenogliano e luogo natale dell’enostar Beppe Caviola. Il figlio è tipo cortese e preciso, il guizzo è del padre, ottant’anni e rotti, la voce afona per qualche male, ancora viva la vocazione all’aria aperta, ogni volta che entra e esce dalla cantina si cambia le scarpe, come in moschea. Sono le istruzioni del figlio.

 
fratelli_stella I fratelli Stella di Costigliole mi hanno sempre messo un po’ in difficoltà. Agricoli con ascendenze di commercianti, qualche volta penso che mi prendano per il naso, allora diventa un teatrino tra il topo di città e i topi di campagna. E’ gente che se la cava.
 

 
bianco_nebbiolo_02 Con Piero Nebbiolo e Giovanni Bianco dopo pranzo ad Agliano. Dico che voglio una foto come i Litfiba, intensi. Ecco il povero risultato.

Giovanni Bianco nella mattina ha ricevuto la fattura del ritiro delle acque sporche di cantina. Come mai è più cara del solito. Sa, quest’anno abbiamo avuto dei costi in più, i Carabinieri ci hanno imposto di installare il satellitare sul camion, così sanno sempre dove ci troviamo.

Giovanni mugugna, cosa ci sarà mai nell’acqua di cantina, vino e un po’ di bisolfito, una volta buttavo giù dalla riva e ho mai fatto danni a niente. Giovanni non usa bisolfito nel vino se non in fermentazione, ma ne spreca per la pulizia. Si lava le mani col bisolfito. Provate voi d’inverno quando si screpolano.

Giovanni è personaggio a Calosso. Ogni anno si occupa di malavoglia della pigiatura alla Fiera del Rapulé. Quest’anno pioveva. Benissimo, ci siamo almeno risparmiati la parata degli ultrasettantenni sul tamagnone.

Il Consiglio Comunale il 9 aprile 2010 ha dichiarato Calosso primo Comune Junk Food Free, con una serie di prendendo atto, tenuto conto, considerata, ricordando, valutando, al fine di e non vogliamo. Scordatevi di mangiare un Kinder Bueno a Calosso. Solo presìdi Slow Food.

E’ il nuovo pensiero unico.

Non accade più nulla di naturale. Non ci si può imbattere per caso in un luogo che ci sorprenda. Tutto deve essere chiarito. I cartelli del turismo dicono dove siamo, qual è lo scopo del nostro viaggio. Ciò che non è segnalato può essere distrutto. (Roberto Peregalli, I luoghi e la polvere)

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