Buono e meccanizzato

alan_01Gli ho chiesto con chi si misurasse lì a Moncalvo, col vino di chi dicesse è più buono del mio. Alan ci pensa un po’ su, poi dice non sono rimasti in tanti a Moncalvo a fare il vino, per trovare da confrontarmi devo andare fino a Grazzano, ad Alfiano Natta. Come mai? Più quantità che qualità e prezzi bassi per stare anche nella quantità. Mi sovviene che altrove ho sentito parlare di Moncalvo come di zona depressa.

Alan Bollito è giovane, ha studiato in Svizzera, ha terra. Fa un’agricoltura convenzionale e meccanizzata. Con la vendemmiatrice francese raccoglie il suo e anche d’altri, se fai due conti vedi la convenienza con la manodopera. Macchine costose che si ammortizzano, in questo Monferrato ampio con pendenze dolci.

Alan e suo padre sono l’azienda. E con queste forze quanta carne mettono al fuoco! Gli ettari di vigna, il vivaio, le capre, il formaggio, l’agriturismo, i salami, lo spaccio… Non sarà tutto in ordine, se passi il dito tirerai su polvere, ma è l’agricoltura, bellezza!

Da suo padre ho ascoltato queste parole mentre riempivamo una cisterna. Sono un uomo da un vino solo, e questo vino è la barbera. Dammi un vino siciliano o pugliese o umbro, ne berrò un bicchiere e poi vorrò tornare alla barbera. Una barbera come questa, non troppo concentrata, che mi chiami a bere un altro bicchiere. Non mi va neanche il grignolino o la freisa, troppo aspri. E non mi va il vino vecchio. Te lo dico dopo tre anni di AIS, la complessità, i terziari, tüte bale. E quando assaggiamo un vino, io e Alan ci mettiamo lì e facciamo pranzo e beviamo e capiamo se quel vino ci piace o no.

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