Mentre assistiamo alla nascita di scienze nuove, come quella che una grande semplificazione si fa con trecento infinitesimi. Mentre apprendiamo che l’autista al passo coi tempi ha nel cruscotto la dichiarazione dei redditi. Mentre leggiamo che Antonella Parigi tira su 90.000 euri l’anno.
Di cosa dovremmo preoccuparci noi? Che non volendo scrivere di un vino scorrevole a centro bocca con finale amaricante e che piacendo far perdere le tracce, rimanga poco da aggiungere e rinsecchisca o divaghi la presenza digitale? Ma via.
Come il battito d’ali della farfalla di Kuala Lumpur fa da presagio al terremoto di San Francisco, così puoi antivedere nella nuova rotonda di corso Brianza la prossima voglia di auto. Riduzione di quattro quinti dei gradi di libertà, tutto canalizzato e strettissimo come da stretta mente di ingegnere comunale. Se funziona, riparalo, in nome dei lavori pubblici, la domanda aggregata. Starai sempre dietro il culo di un bus della partecipata, a leggere e rileggere un’affissione di cattiva qualità.
Scampoli di campagna, per evadere un po’.
Si precisa l’IMU prossima ventura, stridore di denti. Per Fabrizio cuba un dieci per cento di fatturato.
Simone torna da ProWine vergognoso della propria minima dimensione.
Claudio dice che non si alza proprio sempre di cattivo umore, ma quando apre la porta lo diventa. Faccio mia la dichiarazione.
Antonio con figli ingegneri, informatici e avvocati, smette di investire. Il nebbiolo prende prezzo, ma dove parino lui e la Bruna è oscurità.
Per scampare a una grossa calamità la gente si affida al denaro, alle preghiere e allo Stato, non sempre in quest’ordine. Di solito si rivolgono allo Stato quando finiscono i soldi. Alcuni oramai guardano allo Stato come all’unico dio disponibile.
(Gary North, Cosa è il Denaro)