Montpellier

Stato a Montpellier a Millésime Bio 2012. 500 banchetti di vini bio da tutto il mondo, ciascuno corredato da bottiglia mathusalem a raccogliere lo sputo del grossista, dell’importatore, del distributore. Uno farebbesi l’idea che il vino bio più che bersi, sputasi.

Ciascun banchetto costa 2000 euri. Volendo sottoporre il tuo vino bio a commissione di esperti, sborsasi ancora qualche centinaio di euri. Così il tuo vino bio non si limiterà a stare sul banchetto, ma alloggerà anche tra le teche medagliate. E’ la via breve per i grossisti di fretta.

Il tutto situasi in hangar periferico colossale di cemento armato non proprio steineriano. Cosa spinga un produttore bio con pretese di singolarità territoriale ad abitare tanto inautentico, provoca malinconia.

Se per conoscere un vino segui la via lunghissima – sopralluogo fisico, scambio di parole, assaggio in situ, asportazione di bottiglia, studio in pasto abituale – il tuo vignaiolo sarà chi abita dove lavora, chi in un certo senso ti aspetta.

Mentre ero a Montpellier se ne andava sazio di anni Franco Destefanis dopo un ultimo tribolato. Un cruccio esula dalla cristiana rassegnazione della moglie, che la macchina ospedaliera l’abbia fatto morire a Cuneo, invece che nella sua casa di Montelupo Albese, da cui mai si era mosso.

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