Fermiamoci prima. Prima che il Monferrato diventi un impianto fotovoltaico, con energia solare prodotta di notte da generatori diesel. Prima che aumenti l’accisa su vino e tabacco per salvare il debito pil. Prima che il ministro del Tesoro e il capo dell’opposizione discutano se il Tax Freedom Day sia il 16 o il 17 di ottobre. Questo è dopodomani, stiamo all’oggi in una piccola azienda vitivinicola.
In campagna si pagano poche tasse. C’è il reddito agricolo, il reddito dominicale, i contributi. Questi ultimi sono in relazione ai primi due. Negli ultimi tempi accade che la legge sui ricongiungimenti famigliari dell’ultimo governo Prodi possa mettere di fronte due storie così: un collaboratore famigliare con trentacinque anni di contributi e pensione di 500 euri, e i due genitori ultrasessantacinquenni ricongiunti di immigrato regolare, zero contributi versati e ciascuno con pensione di 450 euri. Il figlio ha la delega per ritirare la pensione, i genitori stanno a Tirana, la ricevono via Poste Italiane o Western Union. Non ci puoi credere?
In compenso le incombenze obbligatorie sono innumeri, e ricorda, nessuna è gratis. Usi non dico i pesticidi, ma rame e zolfo? Una volta i sacchi vuoti li bruciavi, oggi devi sottostare alla SISTRI. Vuoi rivendicare un vino? Uh, una x per l’uva, una x per la massa di vino, una x per le bottiglie, i campioni d’analisi, le fascette, ogni volta un fax, a fine mese il Consorzio ti manda la fattura.
Non puoi seguire tutto questo, il tuo lavoro è potare, legare, irrorare. Paghi un tecnico o un sindacato agricolo, che fa le pratiche: per la nafta agricola, per l’espianto, per il collaudo d’espianto, per l’intenzione d’impianto, per il collaudo d’impianto. Ti tiene la contabilità delle tue 50 fatture l’anno. Ti fa anche il 740. Costerà 5000 euri. Ti consoli che va tutto nel pil, tu diminuisci ma almeno lui cresce.
Paghi l’iscrizione alla Camera di Commercio. Scusa, ma hai mai capito a cosa serve? No. Neanch’io.
E poi paghi quella che ti rode sul serio, l’IRAP, la tassa su chi è bravo a lavorare.
Sei mesi fa hai ricevuto una raccomandata dell’ASL che ti chiedeva 400 e rotti euri per venirti a fare un controllo. Si chiama diritti d’ispezione.
Sono anni che vendi il vino a un grande imbottigliatore? L’ASL o la Polizia Sanitaria ti chiederà di mettere a norma la cantina, 40000 euri. Allora rinunci a fare il vino e vendi le uve. Il prezzo lo farà l’acquirente e dopo un paio d’anni chiuderai l’azienda, metterai su un impianto fotovoltaico e ti chiederai perché non ci hai pensato prima.