Sergio Delai era così pieno di premi che sembrava un generale dell’Armata Rossa.
Va ben, pazienza. Ti prendiamo il vino lo stesso.
La nostra simpatia va infatti all’agricolo ignoto, fuori dalle guide, fuori dai premi, fuori dai piedi della scrittura, creatura del silenzio e della cura.
Pioveva, e il litorale del Garda era ancora più deprimente del solito, tanto è fitto di cose fuori stagione. Puegnago è un po’ più a ovest, un po’ più in alto, ma quanto a essere triste, non scherza neanche Puegnago. Solo dietro il paese, fuori dall’esosa vista lago, si apre la campagna e si respira.
La situazione è borgognotta, le proprietà disperse in piccoli appezzamenti. Delai con 8 ettari è già considerato di medie dimensioni. I prezzi del terreno agricolo sono alle stelle, anche 100 euro al metro quadro. Chi compra? Un russo, un tedesco, un industriale per investimento, aspettando che diventi edificabile. Assolutamente non giustificato dai profitti agricoli. Tutto bloccato, anche qui. Anzi in regresso, anche qui, in Valtenesi.
Insieme a Sergio è suo padre Natale. Nato il 25 dicembre. Natale faceva il vino a tempo perso, lavorava in fabbrica, faceva le molle dei treni giù al lago. Natale e Sergio, la damigiana e la bordolese, la montagna e il lago. Il mercato di Natale era infatti la montagna, 40 chilometri a nord.
Sergio conferma che la montagna fa bene al vino. Ha bevuto qualche volta del vino imbottigliato in montagna e affinato in bottiglia magari un paio d’anni, buonissimo. Poi gli dicevano che era il suo vino, di Delai. Noo, non ci credo.
Sono qua per il marzemino. Il marzemino si fa qui nel Bresciano e si fa nel Trentino. Per Delai quello di qua è più delicato. Il terreno è questo, cinquanta centimetri di terra nera, e poi giù sabbia. Uve sane, vini sottili.
Assaggio il chiaretto 2007. Rosa fresca, acidità sopra i sette. Sergio lo fa come diceva Natale: 80% groppello, 20% barbera. Se metti il sangiovese, diventa grasso, se metti il marzemino, marca. Marca? Sì, il marzemino sa di selvatico.
Colore rosso scuro, denso, tannico, dall’intenso profumo di frutta. Marzemino: nome che mi ha sempre incantato. (Mario Soldati, 1968)