Non ci facciamo mancare nulla, e se è disponibile il grignolino di Francesco Brezza, allora ci sbattiamo sulla triste provinciale tra Po e Basso Monferrato, nonostante per 70 km non ci sia posto dove fare un pranzo decente. Qualcuno la sa più lunga di noi e vuole lasciare una soffiata?
E’ Francesco che parla.
Passo mediamente un giorno alla settimana sui certificati. E non è più come una volta, quando c’era mio padre, che i tecnici di Demeter venivano qua e mettevano le mani sotto la terra a vedere se c’era un verme. Adesso arrivano e fanno due passi sulla strada bianca, neanche si sporcano le scarpe per andare a vedere se passo diserbante o disseccante. Non ce n’è uno in grado di capire se quella è avena o orzo o qualche altra erba.
Per vendere mi faccio certificare bio da un’associazione riconosciuta dallo Stato. E’ necessario per la tracciabilità. Una bolla, un certificato. Forfé annuale: 1200 euri. Da uno a dieci certificati: 65 euri. Da 11 a 20 certificati: 120 euri. E via così. Tra biologico e biodinamico ci vanno 2500 euri l’anno. Prenderei anche dei contributi, ma dal 2007 si sono fermati a Torino, alla Regione Piemonte. Dev’essere un effetto del piano di stabilità.
Ho due tipi di clienti. Quelli che comprano la certificazione — svizzeri per i cereali, tedeschi per l’uva da succo — e quelli che vengono qui per il prodotto che faccio e hanno bisogno soltanto di guardare la mia faccia e le mie mani. Per la stalla ho già lasciato perdere la certificazione — dovrei portarle fuori dalla stalla due mezze giornate a settimana, costruire dei paddock. Ma quando mi molleranno questi clienti grossi, lascerò perdere tutta questa cosa del biologico. Non ho più voglia di passare le domeniche dietro la carta.
***** (mag 10) *****
Per mangiare tra Torino e Casale, puoi fermarti a Crescentino. Sulla provinciale, frazione Galli, dove vedi i camion, alla Trattoria Operaia di Catellani Oreste, se ti piace rumoroso. Oppure in paese sotto la Torre Civica, all’Archigusto, se preferisci bere meglio e pagare di più. Se ne hai fin sopra i capelli dei Presidi Slow Food, il tuo posto è il primo.