Un giorno a Pieve di Teco, a vedere se è ancora lì quello che vedeva Soldati trentacinque anni fa. No, non c’è più. Il recupero del teatro Salvini, un teatro da qualche decina di posti — piccolo! sognamo di piccolezze le economie e gli spettacoli — non fa argine a un’invadente malinconia. Nei portici profondi, nei fondaci bui c’è meno pace che rassegnazione. Non più oggetti utili, ma le merci della costa, del medesimo. Resiste l’Albergo dell’Angelo, dormici, il dio dell’altrove gradirà l’offerta.
Si scenda lungo l’Arroscia verso il mare e a Borghetto verso Gazzo si salga, si salga. Alla Baita di Gazzo, per una colazione dolce e salata. Dolce di agrumi di Mentone in marmellate di breve cottura, salata di acciughe di fine inverno e olive taggiasche.
Il paese fa 48 abitanti, sazi di anni. Il monte scende ripido, la poca gioventù aiuta il Marco a tenere gli ulivi, a ripristinare i muretti, a disseppelire dai rovi piante ancora vegete. Le vecchie danno una mano alla trasformazione, così che le olive denocciolate e in salamoia, il patè di taggiasche, le confetture, le composte sono d’autore collettivo.
Cifra dell’olio di taggiasca, l’adattamento dell’oliva frantoio in Liguria, è la delicatezza, l’eleganza. Marco coltiva più di tremila piante, molte secolari, spesso in comodato d’uso gratuito, per tenere in vita un pezzo di monte che non si vuol vendere.
La Baita è segnalata sulla Guida delle Osterie d’Italia, aperta nel fine settimana. Dice Marco, non si potrebbe mangiar male, abbiamo una materia prima di eccezione. E come vini? Non solo, ma molto territorio. Anche Vio? Ehi. Quest’anno aveva un vermentino fuori classe.
Avessi due soldi, compreresti casa proprio a Gazzo.
Invece no. Ti metterai in strada, come oralmente consigliato, fino ad Estezargues, dove 320 giorni all’anno sono di sole. E’ vicino a Pont du Gard, il terzo sito più visitato di Francia. A Pont du Gard nella locanda di Caderousse si compie un omicidio nel Conte di Montecristo. Ma tu dormirai qui, dove avrai un’esperienza di savoir vivre al giusto prezzo, compresa una colazione sontuosa in una torre del millecento.